venerdì 15 aprile 2022

SEMENZAIO PROTETTO FAI DA TE

Per noi è stato indispensabile costruirci un semenzaio (abitiamo in montagna!), altrimenti sarebbe stato impossibile autoprodurre le piantine primaverili- estive. Qui raccontiamo un pò come abbiamo assemblato un cassone (che poi sono diventati due).


Materiali utilizzati

- assi di legno di recupero

- plastica resistente per la copertura (meglio se satinata e non perfettamente trasparente)

- materiali di ferramenta (chiodi, viti, cerniere, ecc)

- sabbia, polistirolo, cartone

 

Innanzitutto abbiamo cercato di creare una struttura in legno resistente, eventualmente trasportabile di circa 70*200 cm alla base, che si sviluppasse in altezza con un lato più alto (nel nostro caso circa 40 cm) e uno più basso ( circa 30cm); in modo che il coperchio da applicare al di sopra fosse spiovente per permettere all'acqua di scivolare. Lo "scheletro" col legno è stato assemblato con viti, chiodi e cerniere e il rivestimento di plastica fissato con una comunissima sparapunti: sarebbe stato ottimale avere del materiale più spesso come vetro (esempio riutilizzando vecchi infissi) o policarbonato. Da non denigrare anche il pluriball o simili  che avendo l'aria intrappolata all'interno permette un minimo di isolamento in più; noi (riciclando quella a casa) abbiamo creato uno strato ulteriore nella parte superiore del cassone per "fermare" il calore che naturalmente tende a fuggire verso l'alto. Il coperchio è stato realizzato con un telaio di legno e rivestito con una rete a maglie stratte in ferro plastificato (per dare struttura e resistenza a eventuali carichi) e al di sopra plastica da serra, fissando con due cerniere che ne permettano l'apertura.

Per accumulare più caldo possibile ci sono diverse strategie: possiamo mettere un fondo di colore nero (anche un semplice telo nero da pacciamatura o pvc), possiamo avere cura di esporre il semenzaio a sud oppure possiamo porre al di sotto del cassone un buono strato di letame fresco che fermentando crea naturalmente tepore (attenzione che le radici non tocchino altrimenti potrebbero bruciarsi!). Un altro trucco è porre il cassone con la schiena riparata da un muro e non in pieno campo. Noi abbiamo optato per una serpentina riscaldata e un termostato poichè le temperature da "combattere" erano davvero rigide, ma di questo ne parleremo in un altro post dedicato.

Trattenere il calore è importante, ma lo è anche far ventilare l'ambiente sia per un discorso di muffe e simili sia perchè (a esempio col sole) le temperature salgono troppo. Si possono facilmente creare dei piccoli cavalletti con scanalature per poter permettere il ricircolo dell'aria.











giovedì 17 marzo 2022

Il recinto elettrificato

 

Quando ci siamo trasferiti in montagna abbiamo subito notato il gran numero di recinzioni elettriche nei prati e nei giardini, pensavamo fossero esagerati e che probabilmente non ne avremmo avuto bisogno. Ci sbagliavamo, tanto per cambiare.

Vorrei subito premettere che la barriera elettrica è un modo di convivere con gli animali selvatici, non un modo per fargli del male senza ragione. Viene utilizzato anche nelle zone popolate dagli orsi (i pochi rimasti) per evitare lo sterminio. E' importante capire esattamente chi dobbiamo difendere o allontanare con la nostra recinzione tarandola ad hoc, controllando spesso che tutto sia in buone condizioni e perfettamente funzionante.

Il perimetro che andremo a delineare non per forza deve essere "chiuso" (facendo coincidere inizio/fine), il nostro per esempio inizia attaccandosi a una recinzione e finisce attaccandosi ad un' altra recinzione creando una forma bizzarra.

 

Di cosa abbiamo bisogno?

- elettrificatore. Ce ne sono di molti tipi : col cavo o batteria, a diversi voltaggi, a diverse intensità di scossa (che si indicano col termine joule). La scelta dipende essenzialmente dalla possibilità di allaccio alla corrente e dall'animale da allontanare (tendenzialmente per domestici e piccoli selvatici bastano piccoli apparecchi, invece per selvatici grandi o domestici con folta pelliccia servirà qualcosa con più potenza).

- fili elettrici di collegamento positivo/ negativo + palina per messa a terra;

- fili conduttori (o bande)

- pali (o supporti) con relativi isolatori

- tester di corrente e cartelli per segnalare

- kit per cancelli o cancello vero e proprio

 

Noi abbiamo iniziato piantando i pali che sorreggeranno i fili; abbiamo impiegato pali di legno di recupero con l'ausilio di una trivella manuale e di un piantapali di fortuna (in realtà un arcaico cric ma questa è un'altra storia). Ce ne sono di vario genere e materiale in commercio, c'è anche chi usa i picchetti da ponteggio edile. Abbiamo tenuto una distanza di quattro metri tra uno e l'altro.

Dopo di che abbiamo avvitato (tramite apposito inserto che si allaccia all'avvitatore) gli isolatori, nel nostro caso in plastica ad anello. Le altezza da scegliere dipendono sempre dall'animale a cui ci rivolgiamo, nel nostro caso 5 fili ad cm 25- 40- 70 - 90 - 130  da terra per scoraggiare l'accesso a caprioli e cinghiali principalmente.

Prima di chiudere il recinto pensiamo all'accesso (fondamentale per essere comodi e passare con attrezzature varie) è possibile scegliere dei kit a molla (formati da maniglia isolata + isolatori "speciali" + molla per aprire e chiudere che si solito può tendersi da 3 a 5 metri), uno per ogni filo di collegamento. Oppure possiamo posizionare un cancello (che ovviamente deve essere alto come la recinzione) e interrare un filo dell'alta tensione per elettrificare le due parti del recinto.

Ora si fà correre il filo (noi abbiamo scelto un filo intrecciato robusto) attraverso gli isolatori da inizio a fine percorso, avendo cura di tanto in tanto di creare dei "by-pass" verticali con tocchetti di filo per collegare tra loro in altezza tutti i circuiti e rendere più stabile (anche in caso di manomissioni o rotture) tutto il circuito elettrico. Per collegare i vari fili esistono connettori e sistemi vari, ma noi dopo un pò di ricerche e soprattutto consigli di chi lo ha fatto prima di noi abbiamo fatto dei semplici nodi.

Ora non ci rimane che allacciare l'elettrificatore, avendo cura di proteggerlo con una cappottina (noi abbiamo usato un bidoncino ) visto che si passerà parecchio tempo all'esterno godendosi tutta la variegatura di meteo possibili. Colleghiamo il cavo del polo positivo rosso (di solito con una sorta di pinza) a un qualsiasi tratto del filo della recinzione e il cavo del polo negativo nero con un palo di ferro zincato piantato in profondità nel terreno (palina messa a terra appunto). Se il recinto è molto esteso si consiglia di mettere 3 pali (ovviamente collegati tra loro), e bagnare frequentemente il terreno dove è/sono posto/ti. E' importante mettere questo palo almeno a tre metri da quello dell'impianto elettrico domestico.

 

A questo punto è d'obbligo attaccare la corrente e verificare che tutto funzioni provando su vari tratti con un tester. Solitamente si conficca a terra il bastoncino metallico e si allaccia il corpo del tester sul filo della recinzione. Se si vuole risparmiare su questo pezzo, con un cacciavite cercafase si può anche fare, ma sapremo solo se funziona o no, non conosceremo i volt esatti.

E' obbligatorio esporre in prossimità della recinzione (o appendendo direttamente ai fili) dei cartelli di colore giallo che indichino la presenza di elettricità e di conseguenza di prendere la scossa.

 

Questo articolo non è nulla di speciale, ma ci auguriamo che a chi non ne sà nulla possa tornare utile! A noi lo sarebbe stato!

Qualche link utile:

https://www.youtube.com/watch?v=bo-x2qgLDYc&t=552s&ab_channel=NaturaeBellezza

https://www.youtube.com/watch?v=oztPzQZkqzM&t=1482s&ab_channel=IViaggiatoriDelGatto-NienteFancySoloRancid

https://www.youtube.com/watch?v=jLVrItUjAn8&t=385s&ab_channel=Naturale%21

https://www.youtube.com/watch?v=yc-Ke0zJ-FY&t=175s&ab_channel=RewildingApennines


















 

lunedì 7 marzo 2022

LA POTATURA DI UN ALBERO



 Da poco ci siamo approcciati alla potatura, tecnica a dir poco indispensabile per una raccolta soddisfacente di frutta. In fondo all'articolo un pò di video utili alla pratica.

Inizio chiarendo che io (senza averne nozioni) ho sempre visto la potatura come un'opera brutale di mutilazione... Ma non è esattamente così. Precisiamo : se vogliamo lasciare esprimere un albero nella sua forma naturale, non preoccupandoci di raccogliere una quantità interessante di frutti (poichè buoni solo in parte o non raggiungibili perchè troppo all'interno della chioma o troppo in alto), dobbiamo non tagliare nulla dal principio (in vivaio non compriamone uno già "impalcato" ma un astone oppure coraggiosamente procediamo per talea o seme) e vederlo crescere con la sua cima e le sue ramificazioni, ripeto senza interferire; lui si organizzerà al meglio per coprire con una fitta chioma la sua struttura centrale. Io amo questa procedura, sia perchè esteticamente l'albero è molto più bello ma la posso applicare solo dove non mi interessa raccogliere e lontano da case e strade .. In modo che se cadesse un ramo (anche grosso) non provocherà alcun danno.

L'allevamento di piante fruttifere non è una cosa "naturale", come non lo è il sistema agricolo... Pieghiamo piante addomesticate nei secoli tramite selezione dei semi a produrre frutti e ortaggi che in natura non esistono e nella maggior parte dei casi non provengono dalla nostra patria. Quindi rompendo lo schema mentale taglio di un ramo = violenza, chiariamo i motivi per cui si pota:

- Avere frutti buoni ad altezze raggiungibili

- Bilanciare l'energia della pianta alla produzione

- Creare le condizioni migliori poichè non dovremmo fare un sacco di trattamenti (chimici o naturali che siano)

- Mantenere la pianta "giovane" quindi produttiva

Ogni albero (o comunque famiglia botanica) ha le sue "regole" in quanto fruttifica in stagioni diverse su rami differenti e si sviluppa con meccanismi complessi. Occorre documentarsi per bene.

Possiamo comunque ricavare delle regole base:

- "l'impalcatura" (ovvero il primo taglio da cui partiranno i rami produttivi) deve essere eseguita sotto il metro di altezza. Su alcune piante si può intervenire successivamente modificando quello che già era stato imbastito, su altre bisogna concentrarsi su quello che già c'è

- Le branche produttive non devono essere nè troppe nè troppo poche. E' una questione di equilibrio.. Se la pianta è debole potrà sostenere pochi rami, se la pianta è forte sicuramente di più

- Tagliare poco e ogni anno, così eviteremo tagli importanti e rotture di rami (es per vento o neve)

- Eliminare i rami secchi o malati

- Scegliere il periodo giusto (basandosi sulla pianta e sul microclima che si ha nella zona). Ad esempio da noi l'inverno picchia parecchio e scegliamo di potare a fine inverno (febbraio), in climi più temperati si potrà procede anche in autunno o in pieno inverno. Importante anche la cosiddetta "potatura verde" eliminando tutti i rivegeti che non portano frutti, sono mal posizionati o dove semplicemente sono troppi.

- I rami principali devono essere "conici" una punta all'estremità e più ramificazioni scendendo verso la base. Devono essere forti, avere un portamento armonico, non incrociarsi.

- Il centro (se optiamo per la forma più facile e che meglio si adatta alla maggior parte degli alberi ovvero il vaso) dovrà essere vuoto per permettere alla luce solare e all'aria di circolare. Niente rami all'interno che vanno sparano verso il cielo per coprire. 

Cosa ci serve:

Tutti gli utensili devono essere puliti e ben affilati.. E' inoltre buona norma tra una pianta e l'altra passare un pò di alcol etilico (quello rosa) sulle lame in modo da non portare patogeni tra i vari alberi.

- una cesoia 

- un troncarami

- un seghetto dentellato

- uno svettatoio per raggiungere i rami alti (ovviamente se ce ne è necessità)


Come detto siamo all'inizio e non ci vogliamo permettere di dare consigli che magari possono non essere del tutto corretti, quindi ci scuserete se non diamo nozioni pratiche; se i risultati di quello che facciamo saranno buono non esiteremo a condividere il nostro operato in futuro, magari con singole schede.

Link video per capire meglio :

https://www.youtube.com/channel/UCo_KB_sFaqlNILL9iR4r-LA

https://www.youtube.com/c/OrtoDaColtivare/featured

https://www.youtube.com/user/mikovel/videos

https://www.youtube.com/c/IlcontadinoNick/videos

https://www.youtube.com/watch?v=DugvhcqVUCg&list=PL9_eAe-Ob4GOR-lethjqVjE8hfR9xks5F&ab_channel=NaturaeBellezza

sabato 22 gennaio 2022

Un nuovo inizio

 


Certe situazioni, per quanto traumatiche, ti fanno rendere conto che la vita non è infinita e il fatto di disporre del tuo corpo (alzarti, camminare, utilizzare le braccia, essere autonomo) non è scontato. Questo è quello che è successo a me come singola, e di riflesso a noi come famiglia. Per una serie di eventi particolarmente ben assestati tutto si è risolto in maniera piuttosto rosea.  No, non è tutto come prima però la vita ha ancora tutto il suo significato, no anzi ne ha di più perchè ne sei più consapevole.

Tutto questo ciarlare per dire che noi ci siamo, metterci in discussione, vogliamo fare delle cose che amiamo e trascorrere il nostro tempo in modo soddisfacente in un posto che possiamo davvero sentire nostro. Non tutto rose e fiori chiaro, ma puntiamo a quello che ci serve e appaga il resto non ci interessa.

Ci siamo trasferiti in una piccola località montana tra Emilia-Romagna e Liguria dove il cielo è di un azzurro netto, il vento cambia le carte in pochi attimi e il bosco ti circonda con sapienza. E ora? Ora apriamo una piccolissima azienda agricola atta a darci sostentamento economico e il più che possiamo per l'autoconsumo. Tutto nel rispetto della madre terra e dei suoi meccanismi. Ci sono tanti dubbi e incertezze su argomenti in cui ne sappiamo poco e niente ma siamo disposti a provare, con motivazione e voglia di rialzarci se cadiamo.

Da qui l'idea del blog, raccontare quello che facciamo (un diario di bordo?) e magari rapportarci con realtà simili (o anche molto diverse dalla nostra) chissà mai che possa aiutare qualcuno e creare una comunità che, con tutti i limiti del virtuale, potrà essere fruibile.

Chi siamo


Elisa : Trentacinque anni e a volte sentirne settanta perchè con la tua generazione hai sempre avuto poco da spartire, appassionata del "fare" in genere anche quando non se ne ha nozioni. Curiosa di sapere e pronta a accogliere le possibilità, in costate lotta con la negatività che trascina giù.

Gianluca: Sognatore di quarant'anni che combina i suoi limiti col fai da te con la testardaggine e le giuste ricerche. Pronto a raccogliere le sfide ma anche a fare i conti con i suoi rimandare a domani. Una persona leale e affidabile, legato a doppio filo con i suoi ideali.

Sophie: Cane di piccola taglia che dopo un grande cambiamento è rifiorita; ha dieci anni ma si sente un cucciolo. Adorabile, una da avere assolutamente nel proprio branco. Responsabile indiscussa dell'accoglienza.

Mimi: Gatto incredibilmente mite e bonaccione ... incredibilmente capriccioso e piagniucolone al bisogno. Ha
perso un occhio probabilmente in una lite felina, ma non sembra aver capito che a volte non è il caso di partecipare alla rissa.

Carbone e Papillon: Conigli di taglia importante che dopo i sospetti iniziali cominciano a capire che l'uomo non è sempre una minaccia. Divoratori seriali di erba fresca e vegetali vari.

Nina, Gina e Cacao: Porcellini d'india sempre in cerca di tranquillità e cibo.

Paul e Pauline: piccioni con ali decorative, convertiti in polli

7 rattine albine "scarto" dei laboratori didattici di vivisezione

SEMENZAIO PROTETTO FAI DA TE

Per noi è stato indispensabile costruirci un semenzaio (abitiamo in montagna!), altrimenti sarebbe stato impossibile autoprodurre le piantin...