Materiali utilizzati
- assi di legno di recupero
- plastica resistente per la copertura (meglio se satinata e non perfettamente trasparente)
- materiali di ferramenta (chiodi, viti, cerniere, ecc)
- sabbia, polistirolo, cartone
Riscoprire il delicato equilibrio uomo-terra
Materiali utilizzati
- assi di legno di recupero
- plastica resistente per la copertura (meglio se satinata e non perfettamente trasparente)
- materiali di ferramenta (chiodi, viti, cerniere, ecc)
- sabbia, polistirolo, cartone
Quando ci siamo trasferiti in montagna abbiamo subito notato il gran numero di recinzioni elettriche nei prati e nei giardini, pensavamo fossero esagerati e che probabilmente non ne avremmo avuto bisogno. Ci sbagliavamo, tanto per cambiare.
Vorrei subito premettere che la barriera elettrica è un modo di convivere con gli animali selvatici, non un modo per fargli del male senza ragione. Viene utilizzato anche nelle zone popolate dagli orsi (i pochi rimasti) per evitare lo sterminio. E' importante capire esattamente chi dobbiamo difendere o allontanare con la nostra recinzione tarandola ad hoc, controllando spesso che tutto sia in buone condizioni e perfettamente funzionante.
Il perimetro che andremo a delineare non per forza deve essere "chiuso" (facendo coincidere inizio/fine), il nostro per esempio inizia attaccandosi a una recinzione e finisce attaccandosi ad un' altra recinzione creando una forma bizzarra.
Di cosa abbiamo bisogno?
- elettrificatore. Ce ne sono di molti tipi : col cavo o batteria, a diversi voltaggi, a diverse intensità di scossa (che si indicano col termine joule). La scelta dipende essenzialmente dalla possibilità di allaccio alla corrente e dall'animale da allontanare (tendenzialmente per domestici e piccoli selvatici bastano piccoli apparecchi, invece per selvatici grandi o domestici con folta pelliccia servirà qualcosa con più potenza).
- fili elettrici di collegamento positivo/ negativo + palina per messa a terra;
- fili conduttori (o bande)
- pali (o supporti) con relativi isolatori
- tester di corrente e cartelli per segnalare
- kit per cancelli o cancello vero e proprio
Dopo di che abbiamo avvitato (tramite apposito inserto che si allaccia all'avvitatore) gli isolatori, nel nostro caso in plastica ad anello. Le altezza da scegliere dipendono sempre dall'animale a cui ci rivolgiamo, nel nostro caso 5 fili ad cm 25- 40- 70 - 90 - 130 da terra per scoraggiare l'accesso a caprioli e cinghiali principalmente.
Prima di chiudere il recinto pensiamo all'accesso (fondamentale per essere comodi e passare con attrezzature varie) è possibile scegliere dei kit a molla (formati da maniglia isolata + isolatori "speciali" + molla per aprire e chiudere che si solito può tendersi daOra si fà correre il filo (noi abbiamo scelto un filo intrecciato robusto) attraverso gli isolatori da inizio a fine percorso, avendo cura di tanto in tanto di creare dei "by-pass" verticali con tocchetti di filo per collegare tra loro in altezza tutti i circuiti e rendere più stabile (anche in caso di manomissioni o rotture) tutto il circuito elettrico. Per collegare i vari fili esistono connettori e sistemi vari, ma noi dopo un pò di ricerche e soprattutto consigli di chi lo ha fatto prima di noi abbiamo fatto dei semplici nodi.
Ora non ci rimane che allacciare l'elettrificatore, avendo cura di proteggerlo con una cappottina (noi abbiamo usato un bidoncino ) visto che si passerà parecchio tempo all'esterno godendosi tutta la variegatura di meteo possibili. Colleghiamo il cavo del polo positivo rosso (di solito con una sorta di pinza) a un qualsiasi tratto del filo della recinzione e il cavo del polo negativo nero con un palo di ferro zincato piantato in profondità nel terreno (palina messa a terra appunto). Se il recinto è molto esteso si consiglia di mettere 3 pali (ovviamente collegati tra loro), e bagnare frequentemente il terreno dove è/sono posto/ti. E' importante mettere questo palo almeno a tre metri da quello dell'impianto elettrico domestico.
A questo punto è d'obbligo attaccare la corrente e verificare che tutto funzioni provando su vari tratti con un tester. Solitamente si conficca a terra il bastoncino metallico e si allaccia il corpo del tester sul filo della recinzione. Se si vuole risparmiare su questo pezzo, con un cacciavite cercafase si può anche fare, ma sapremo solo se funziona o no, non conosceremo i volt esatti.
E' obbligatorio esporre in prossimità della recinzione (o appendendo direttamente ai fili) dei cartelli di colore giallo che indichino la presenza di elettricità e di conseguenza di prendere la scossa.Questo articolo non è nulla di speciale, ma ci auguriamo che a chi non ne sà nulla possa tornare utile! A noi lo sarebbe stato!
Qualche link utile:
https://www.youtube.com/watch?v=bo-x2qgLDYc&t=552s&ab_channel=NaturaeBellezza
https://www.youtube.com/watch?v=oztPzQZkqzM&t=1482s&ab_channel=IViaggiatoriDelGatto-NienteFancySoloRancid
https://www.youtube.com/watch?v=jLVrItUjAn8&t=385s&ab_channel=Naturale%21
https://www.youtube.com/watch?v=yc-Ke0zJ-FY&t=175s&ab_channel=RewildingApennines
Da poco ci siamo approcciati alla potatura, tecnica a dir poco indispensabile per una raccolta soddisfacente di frutta. In fondo all'articolo un pò di video utili alla pratica.
L'allevamento di piante fruttifere non è una cosa "naturale", come non lo è il sistema agricolo... Pieghiamo piante addomesticate nei secoli tramite selezione dei semi a produrre frutti e ortaggi che in natura non esistono e nella maggior parte dei casi non provengono dalla nostra patria. Quindi rompendo lo schema mentale taglio di un ramo = violenza, chiariamo i motivi per cui si pota:
- Avere frutti buoni ad altezze raggiungibili
- Bilanciare l'energia della pianta alla produzione
- Creare le condizioni migliori poichè non dovremmo fare un sacco di trattamenti (chimici o naturali che siano)
- Mantenere la pianta "giovane" quindi produttiva
Ogni albero (o comunque famiglia botanica) ha le sue "regole" in quanto fruttifica in stagioni diverse su rami differenti e si sviluppa con meccanismi complessi. Occorre documentarsi per bene.
Possiamo comunque ricavare delle regole base:
- "l'impalcatura" (ovvero il primo taglio da cui partiranno i rami produttivi) deve essere eseguita sotto il metro di altezza. Su alcune piante si può intervenire successivamente modificando quello che già era stato imbastito, su altre bisogna concentrarsi su quello che già c'è
- Le branche produttive non devono essere nè troppe nè troppo poche. E' una questione di equilibrio.. Se la pianta è debole potrà sostenere pochi rami, se la pianta è forte sicuramente di più
- Tagliare poco e ogni anno, così eviteremo tagli importanti e rotture di rami (es per vento o neve)
- Eliminare i rami secchi o malati
- Scegliere il periodo giusto (basandosi sulla pianta e sul microclima che si ha nella zona). Ad esempio da noi l'inverno picchia parecchio e scegliamo di potare a fine inverno (febbraio), in climi più temperati si potrà procede anche in autunno o in pieno inverno. Importante anche la cosiddetta "potatura verde" eliminando tutti i rivegeti che non portano frutti, sono mal posizionati o dove semplicemente sono troppi.
- I rami principali devono essere "conici" una punta all'estremità e più ramificazioni scendendo verso la base. Devono essere forti, avere un portamento armonico, non incrociarsi.
- Il centro (se optiamo per la forma più facile e che meglio si adatta alla maggior parte degli alberi ovvero il vaso) dovrà essere vuoto per permettere alla luce solare e all'aria di circolare. Niente rami all'interno che vanno sparano verso il cielo per coprire.
Cosa ci serve:
Tutti gli utensili devono essere puliti e ben affilati.. E' inoltre buona norma tra una pianta e l'altra passare un pò di alcol etilico (quello rosa) sulle lame in modo da non portare patogeni tra i vari alberi.
- una cesoia
- un troncarami
- un seghetto dentellato
- uno svettatoio per raggiungere i rami alti (ovviamente se ce ne è necessità)
Come detto siamo all'inizio e non ci vogliamo permettere di dare consigli che magari possono non essere del tutto corretti, quindi ci scuserete se non diamo nozioni pratiche; se i risultati di quello che facciamo saranno buono non esiteremo a condividere il nostro operato in futuro, magari con singole schede.
Link video per capire meglio :
https://www.youtube.com/channel/UCo_KB_sFaqlNILL9iR4r-LA
https://www.youtube.com/c/OrtoDaColtivare/featured
https://www.youtube.com/user/mikovel/videos
Ci siamo trasferiti in una piccola località montana tra Emilia-Romagna e Liguria dove il cielo è di un azzurro netto, il vento cambia le carte in pochi attimi e il bosco ti circonda con sapienza. E ora? Ora apriamo una piccolissima azienda agricola atta a darci sostentamento economico e il più che possiamo per l'autoconsumo. Tutto nel rispetto della madre terra e dei suoi meccanismi. Ci sono tanti dubbi e incertezze su argomenti in cui ne sappiamo poco e niente ma siamo disposti a provare, con motivazione e voglia di rialzarci se cadiamo.
Da qui l'idea del blog, raccontare quello che facciamo (un diario di bordo?) e magari rapportarci con realtà simili (o anche molto diverse dalla nostra) chissà mai che possa aiutare qualcuno e creare una comunità che, con tutti i limiti del virtuale, potrà essere fruibile.
Gianluca: Sognatore di quarant'anni che combina i suoi limiti col fai da te con la testardaggine e le giuste ricerche. Pronto a raccogliere le sfide ma anche a fare i conti con i suoi rimandare a domani. Una persona leale e affidabile, legato a doppio filo con i suoi ideali.
Sophie: Cane di piccola taglia che dopo un grande cambiamento è rifiorita; ha dieci anni ma si sente un cucciolo. Adorabile, una da avere assolutamente nel proprio branco. Responsabile indiscussa dell'accoglienza.
Mimi: Gatto incredibilmente mite e bonaccione ...
incredibilmente capriccioso e piagniucolone al bisogno. Ha
perso un occhio
probabilmente in una lite felina, ma non sembra aver capito che a volte non è
il caso di partecipare alla rissa.
Carbone e Papillon: Conigli di taglia importante che dopo i sospetti iniziali cominciano a capire che l'uomo non è sempre una minaccia. Divoratori seriali di erba fresca e vegetali vari.
Nina, Gina e Cacao: Porcellini d'india sempre in cerca di tranquillità e cibo.
Paul e Pauline: piccioni con ali decorative, convertiti in polli
7 rattine albine "scarto" dei laboratori didattici di vivisezione
Per noi è stato indispensabile costruirci un semenzaio (abitiamo in montagna!), altrimenti sarebbe stato impossibile autoprodurre le piantin...